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Cos’è l’epistassi (sangue dal naso)?
Per epistassi o rinorragia si intende qualunque forma di emorragia proveniente dalle cavità nasali e che spesso viene denotata col termine di “sangue dal naso“. Si tratta di un fenomeno diffuso e che può verificarsi a qualsiasi età. Il naso, e particolarmente il setto, è riccamente vascolarizzato. Inoltre, questi vasi che sono avvolti in un sottile strato di tessuto mucoso, sono molto vulnerabili. Le cause dell’epistassi (sangue dal naso) sono numerose. Nei bambini il danno vasale è spesso causato dall’introduzione di oggetti contundenti, ma l’emorragia può essere provocata anche dai tentativi del bambino o dei genitori di estrarre l’oggetto dalla narice. A volte l’epistassi accompagna malattie infettive, come l’influenza, la scarlattina e la rosolia. In un’età più avanzata le emorragie dal naso sono dovute molto spesso a una spiacevole e del tutto inutile, quanto lesiva abitudine, cioè quella di mettersi le dita nel naso, il che tra l’altro può portare a una modificazione del sistema di eliminazione proprio del naso.

Inoltre, è chiaro che questa abitudine può indurre a un danno delle mucose e alla formazione di abrasioni, e quindi di emorragia. Anche un incidente può avere come conseguenza l’epistassi. In casi del genere, soprattutto se il trauma è stato violento, si dovrà prendere in considerazione anche la possibilità di una frattura, ad esempio a livello della cavità orbitaria. In età avanzata l’epistassi è spesso il risultato in una pressione sanguigna elevata e di indebolimento delle pareti vascolari, fenomeni entrambi dovuto spesso ad aterosclerosi.
Quando si ha a che fare con l’epistassi, il miglior modo di comportarsi nei confronti di quei comuni e familiari rimedi da tutti conosciuti è quello di dimenticarli. Quando si cerca di arrestare una emorragia nasale, la prima cosa da fare è di assicurare intorno al paziente silenzio e tranquillità. Spesso infatti bastano poche gocce di sangue per creare paura e apprensione. Quindi si deve far soffiare il naso al paziente con una certa forza in modo da rimuovere eventuali coaguli, che contribuiscono, con la loro presenza all’intasamento delle cavità nasali. Dopo di che il paziente deve stringere le due narici tra il pollice e l’indice per almeno 5 minuti.
Nella maggior parte dei casi ciò basta ad arrestare l’emorragia. Nei casi ostinati, tuttavia, è buona norma l’intervento di un medico specialista.
Il trattamento dell’epistassi
Si tratta inoltre di un disturbo molto frequente nei bambini. Nella maggior parte dei casi l’epistassi o sangue dal naso è causata dalla rottura dei piccoli e fragili vasi sanguigni (arterie, vene e capillari) della parte antero-inferiore del setto nasale in seguito a lesioni da grattamento e/o strofinamento (frequenti quando il bambino dorme).
Altre cause frequenti sono l’inserimento – spesso per gioco – di corpi estranei nel naso ed i traumi; cause più rare e più gravi di epistassi, di solito più imponente e bilaterale, sono le malattie emorragiche (emofilia, leucemie, porpora), alcuni tumori (angiofibroma, linfoma, sarcoma), alcune infezioni (rinite sifilitica, difterite) e le crisi di ipertensione arteriosa (rarissime nei bambini). La crosta che si forma durante il processo di guarigione può staccarsi facilmente per effetto di un piccolo trauma (quando il bambino starnutisce, si soffia il naso o si gratta) e ciò causa una nuova perdita di sangue dal naso. Altri fattori che facilitano il ripetersi dell’epistassi sono il raffreddore e la rinite allergica – in quanto causano una dilatazione dei vasi sanguigni del naso – e la scarsa umidità dell’ambiente che favorisce la disidratazione delle mucose nasali. Talvolta, soprattutto se il bambino perde sangue dal naso mentre dorme, questo può essere ingerito e causare nausea e vomito (color fondo di caffè) o essere eliminato con le feci che diventano nere e appiccicose (melena); tracce di sangue si possono trovare anche sotto le unghie.
Poiché il sangue dal naso o epistassi è un disturbo frequente e che tende a ripetersi piuttosto spesso, è bene che anche i bambini imparino che cosa devono fare, se sono da soli, per arrestarlo.

Bisogna quindi raccomandare al bambino di rimanere calmo, in piedi o seduto con la testa dritta e di stringere tutta la metà inferiore del naso (e non soltanto le narici) con forza tra il pollice e l’indice di una mano comprimendo da tutte e due le parti contro il setto per circa 10 minuti senza mai lasciare la presa nel frattempo; se dopo che è trascorso questo tempo il naso continua a sanguinare, probabilmente si è formato un grosso coagulo che impedisce ai vasi di chiudersi e deve perciò essere eliminato soffiando il naso, dopo di che si ripete la compressione con le dita per circa altri 10 minuti.
Un’altra manovra utile è il tamponamento con una compressa di cotone asciutto da lasciare per 4 ore.
Nei casi più gravi e complessi è necessario che il medico – possibilmente lo specialista otorinolaringoiatra – applichi una medicazione a base di fenilefrina o altri vasocostrittori o esegua il tamponamento anteriore e posteriore.
La cauterizzazione – chimica o elettrica – deve essere riservata soltanto a casi selezionati. Per evitare che il fenomeno si ripeta, devono essere curate le condizioni predisponenti, tra cui le più frequenti sono senz’altro il raffreddore e la rinite allergica; sono utili l’umidificazione dell’ambiente e l’applicazione di pomate nasali per alcuni giorni.
Attenzione!
- Non lasciare il bambino sdraiato o a testa in giù quando perde sangue dal naso.
- L’applicazione di ghiaccio e di compresse fredde – da sole – non risolve il problema.
Cosa fare in caso di epistassi?
L’epistassi, cioè uscita di sangue dal naso, può essere la conseguenza di un trauma subito dal naso (colpo violento, operazione chirurgica), oppure il sintomo di una malattia, che può essere delle arterie (arteriosclerosi, gotta, insufficienza aortica, ecc.), del cuore (asistolia), del fegato (cirrosi), del sangue (anemia, emofilia, leucemia) o infettive (tifo addominale, esantemi). Le misure di pronto intervento da prendere sono le seguenti:
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Tamponamento del naso, per la cura dell’epistassi. comprimere (tenendo la testa piegata in basso) l’ala del naso con il pollice per circa 10 minuti;
- instillare, ovvero introdurre goccia a goccia, acqua calda contenente cloruro di sodio;
- fare fiutare antipirina e tamponare con ovatta imbevuta di acqua di Pagliari, o con acqua ossigenata diluita a ¼.
In caso d’insuccesso, tamponare la narice. Evitare di starnutire e soffiarsi il naso.
Epistassi nel bambino
L’epistassi causata da un colpo alla testa o al naso dovrebbe essere sottoposta a controllo medico. Le emorragie nasali più lievi, possono essere dovute al fatto che il bambino si metta le dita nel naso o alla rottura spontanea di un minuscolo vaso sanguigno nelle narici.
Cosa fare?
- Tranquillizzate il bambino. La maggioranza detesta la vista del proprio sangue; perciò fatelo piegare su un lavandino e aprite il rubinetto in modo che l’acqua porti via senza sosta il sangue. Non fategli deglutire il sangue, vomiterebbe.
- Se l’emorragia è violenta o continua per qualche minuto, stringetegli forte il naso. In due minuti il sangue dovrebbe coagularsi.
- Anche se il sangue coagulato gli darà fastidio, non fategli soffiare o toccare il naso per almeno un’ora.
- Se l’epistassi si ripete senza una ragione apparente, può darsi che il bambino abbia nelle narici dei vasi sanguigni fragili. Può rilevarsi necessario cauterizzarli.
Cauterizzazione, in cosa consiste?
Come già detto, la cauterizzazione è un’operazione che deve essere effettuata solo su casi selezionati.
Consiste infatti nel rimuovere imperfezioni, verruche o piccoli tumori.
Nel far questo viene utilizzato uno strumento chiamato cauterio che effettua delle bruciature.
Si tratta di un metodo in grado di fermare anche la fuoriuscita di sangue dal naso o epistassi; infatti, con il calore prodotto, le proteine, vicino alla ferita, dei tessuti si coagulano, producendo perciò un effetto emostatico.
Questa tecnica venne usata fin dal XVI secolo ed era infatti l’unico metodo per fermare l’emorragia nasale e non solo.
Esistono due tipi di cauterizzazione:
- cauterizzazione chimica;
- cauterizzazione elettrica.
Nella cauterizzazione chimica per la cura dell’epistassi viene utilizzato il nitrato d’argento, una sostanza chimica in grado di cauterizzare il setto. Nel far questo viene applicato un bastoncino di nitrato d’argento che viene passato nella zona per pochi secondi, solitamente 10 secondi, possibilmente priva di sangue, in modo tale da bloccare i vasi interessati.

Nella cauterizzazione elettrica invece viene utilizzato un bisturi elettrico, detto anche elettro-bisturi, che carbonizza i tessuti interessati provocandone la coagulazione dei vasi sanguigni.
Altre malattie o problematiche del naso
Infiammazione, raffreddore, rinite allergica (detto anche raffreddore da fieno), ostruzioni delle cavità nasali, epistassi e deformità congenite. La più frequente è l’infiammazione della mucosa nasale (rinite). E’ accompagnata da tumefazione dolente ed arrossamento delle mucose nasali. L’edema (tumefazione) ostruisce le cavità ostacolando la respirazione, e tale condizione è scarsamente alleviata dal soffiarsi il naso. Il miglior trattamento consiste nell’impiego di inalatori (a tutti noti). I raffreddori e i raffreddori di testa (coriza) con i soliti sintomi do notevole secrezione di muco (naso chiuso) e di secrezione molto fluida (naso colante) sono causati da virus; tale condizione può rimanere circoscritta, ma a volte accompagna qualche altra malattia.
Il raffreddore è spesso il primo segno di una malattia infettiva, che determinando una diminuzione della resistenza facilita l’attecchimento del virus.
Molto spesso, sono interessati anche la gola e i seni paranasali. Oltre alle infezioni, la mucosa nasale è anche molto sensibile a sostanze dell’aria pungenti. Esse stimolano reazioni di ipersensibilità e sintomi allergici.
La rinite allergica è la più nota allergia del naso, con sintomi a decorso a volte violenti. Nella maggior parte delle affezioni nasali con un decorso cronico, hanno importanza, a livello eziologico, le reazioni da ipersensibilità.
Oltre che al raffreddore, l’ostruzione del naso può essere dovuta anche ad un setto nasale deviato, a tumori peduncolati della mucosa (polipi), oppure ad un’occlusione congenita nell’orifizio posteriore del naso. Un setto deviato è molto frequente e può essere rimesso in asse con un semplice intervento chirurgico. I polipi sono escrescenze molli contenenti muco fluido, fissati saldamente alla mucosa nasale. Essi insorgono soprattutto durante affezioni croniche da ipersensibilità. Siccome essi sono peduncolati, possono essere facilmente rimossi con un apposito strumento chirurgico. I tumori maligni sono molto rari nel naso e nei seni paranasali; se però si presentano, la prognosi è infausta.
Un neonato può avere l’orifizio del naso verso la gola chiuso (atresia della coana). Se questo difetto è bilaterale, può essere, poiché il bambino non può bere normalmente, e allora bisogna aprire l’orifizio chirurgicamente già nei primi giorni di vita.
Un foruncolo sul naso generalmente inizia con un’infezione di un follicolo pilifero vicino alle narici. Benché non sia pericoloso come i foruncoli del labbro superiore, non è neppure completamente innocuo. Infatti può diffondersi ai tessuti circostanti e distruggerli. I foruncoli vengono generalmente curati con l’impiego di antibiotici.
Lo sfigurante naso a patata (rinofima), un ingrossamento della punta del naso repellente e irregolare, è causato da un tipo di acne (acne rosacea) ed è erroneamente attribuito all’abuso di liquori. È dovuto invece alla proliferazione di ghiandole sebacee. Può essere trattato solo con un intervento chirurgico.
Le malattie veneree, come l’ulcera venerea o sifilide, possono anch’esse dare origine all’infiammazione del naso, per cui il ponte nasale viene distrutto gradatamente, fino a consumarsi e il naso diventa piatto. Questo può riprendere la forma originaria o con una plastica, o col trapianto dell’osso, della cartilagine o della pelle.
Le malattie della mucosa nasale possono danneggiare la funzione olfattoria e dare cattivo odore di origine batterica.